Veniamo al mondo in molti modi.
Alcuni inaspettatamente, sorprendendo mamma e papà con un turbine di sentimenti, pensieri e decisioni da prendere; altri con un rapido “salto” tra il primo momento in cui sono apparsi nei pensieri dai genitori ed il test positivo nelle loro mani; altri ancora, dopo un lungo tempo di attesa, spesso colmo di riflessioni e tentativi, in altalena tra speranze e delusioni, gioie miste a fatiche.
Ma quello che tutti abbiamo in comune è che attraverso la nostra presenza abbiamo cambiato per sempre la storia di due persone – i nostri genitori – ed influenzato in modi sottili ed innumerevoli anche quella delle persone intorno a loro.
Niente male, per degli esserini così piccoli, quali siamo ancor prima di nascere, indifesi ed inconsapevoli della potenza e dell’amore con cui siamo in grado di trasformare così tante vite, nell’unico atto di essere, improvvisamente, in questo mondo.
Questo ci ricorda come la fertilità sia al tempo stesso un concetto in grado di affascinarci per la sua semplicità, una forza essenziale per la vita sul pianeta, spesso data per scontato, quanto un processo complesso e ramificato, in cui le fibre della carne si intrecciano in modo profondo con le trame della nostra psiche, fino a tessere insieme le corde di più generazioni.
Quando pensiamo alla ricerca di una gravidanza, è innanzitutto fondamentale riappropriarci della potenza di generare. Questo significa tornare ad assaporare l’esperienza della procreazione a livello interiore, traendo dal nostro paesaggio di emozioni e valori; prendere contatto con questa forza creativa, primordiale ed instintuale; operare un passaggio identitario importante per prepararci ad accogliere nuova vita e per navigare in modo preparato la tempesta di suggerimenti, informazioni ed opinioni che arriveranno da tanti lati nel mondo moderno.
Ci permette di filtrare la conoscenza del processo riproduttivo, concentrandoci sugli aspetti realmente essenziali e centrali, superando i dilaganti miti e stereotipi su come rimanere incinta.
Se la gravidanza è, infatti, una trasformazione radicale da un punto di vista biologico e psicologico, la fase che precede il concepimento è un’importante occasione per rivoluzionare i nostri punti di vista verso prospettive che alimentino il benessere e favoriscano una serena transizione alla genitorialità.
Mentre parleremo più avanti del tema dell’infertilità in un articolo appositamente dedicato (non perché sia un processo distinto dalla fertilità, tutt’altro – ma perché merita di veder ricomprese adeguatamente le sue specificità), in questo contesto mi preme mantenere un’ottica volutamente più ampia sui meccanismi della riproduzione e tornare a recuperare una visione della gravidanza dopo aver fatto un piccolo passo “indietro” .
Come appare il mondo della fertilità quando lo osserviamo prima ancora di stringere il cannocchiale intorno al bersaglio del concepimento? Quali pensieri, emozioni, sensazioni genera in noi l’idea stessa della fertilità? Cosa significa, perfino, per noi questa parola? Genera gioia o genera ansia? Forse un po’ di entrambe …e molto altro ancora? E’ tutto normale!
Ma è fondamentale soffermarci su cosa quella gravidanza significa per noi, nelle nostre vite, sia a livello individuale, sia a livello di coppia. Perché ri-conoscere quel significato che si è costruito dentro di noi nel tempo e coltivare quell’energia in potenziale sono momenti preziosi per esplorare la nostra relazione con la generatività, lungo tutto il percorso che sosterrà la costruzione di una famiglia.
La fertilità è la forza che ci guida verso l’orizzonte, tutto da esplorare, della nascita libera di un nuovo amore.
- Da dove vengono i bambini ?
- Dal desiderio alla ricerca di gravidanza: emozioni in gioco
- Procreazione: tra illusioni e realtà
- Qual è la differenza tra fecondazione, concepimento e gravidanza ?
- La nascita psicologica
- Come rimanere incinta ? I 9 miti da sfatare sul concepimento e la gravidanza
- Le 4 cose assolutamente da fare per la tua fertilità!
Da dove vengono i bambini?
Attraverso l’esposizione a programmi televisivi, libri o riviste, in quanto generazione moderna abbiamo imparato come rimanere incinta (o come evitarlo) prevalentemente dalla comunicazione mediatica, se non dal suo antico sostituto, il passaparola. In alcune culture del passato (e auspicabilmente quelle del futuro) invece, l’educazione alla sessualità era una responsabilità dei membri più anziani nei confronti dei più giovani.
Ma in qualunque modo avvenga, prima o poi, nella specie umana le informazioni relative alla riproduzione passano dalle parole. E da questo si origina un’interessante possibilità di riflessione: che tipo di linguaggio utilizziamo per parlare di procreazione?
Secondo il programma di natura, per “fare un bambino” serve “fare l’amore” : entrambe cose che “si fanno” . Resta a ciascuno stabilire dove si trova il confine tra “si fabbricano”, come l’esito di un processo di produzione meccanico, secondo protocolli prestabiliti, con l’obiettivo al risultato, e “si costruiscono”, insieme, unendo i contributi di ciascuno, come un processo realmente creativo in piena regola, con tanto di sorprese e “incidenti di percorso”.
Ciò che è indubbio è che, biologicamente parlando, l’idea è che la procreazione abbia inizio con un atto sessuale ed in quanto tale, genitale e, quindi, anche intimo e personale. Certamente delicato, sicuramente da proteggere e capace di portare grandi gioie e soddisfazioni. Esattamente come un bambino!
Ma nel panorama culturale attuale, ignorare completamente questi passaggi e concentrarci solo su “come rimanere incinta”, come il prodotto di un evento esclusivamente fisico, è un rischio concreto.
Siamo incoraggiati a farlo dall’incalzante medicalizzazione dei processi di nascita, contrapposta solo alla retorica da serie tv. Recuperare un punto di vista più completo sulle vicende riproduttive, radicato nell’integrazione tra il piano della biologia e quello della psicologia è, invece, tra gli aiuti più preziosi che possiamo dare alla nostra fertilità.
Di una gravidanza può essere più facile osservare gli aspetti più esterni, come la pancia sempre più in evidenza, ma questo non deve farci dimenticare che la crescita ed il cambiamento che ciascun figlio comporta riguardano prima di tutto la nostra identità: cuore, anima e mente.
Dal desiderio alla ricerca di gravidanza: emozioni in gioco
Come si accende in una coppia il desiderio di gravidanza? Anche questo, può accadere in molti modi diversi. A volte si tratta di un desiderio cullato per anni ed anni, in attesa che arrivi il “momento giusto” per poterlo trasformare in realtà; altre volte, può cogliere di sorpresa ed arrivare per “ispirazione”, come un elettrizzante fulmine a ciel sereno.
Ma è la fase successiva, quella in cui avviene il passaggio dal “desiderio di gravidanza” alla “ricerca di gravidanza”, a rappresentare un momento molto importante per i partner. Il periodo della ricerca di gravidanza sarà caratterizzato, infatti, da tentativi esplicitamente rivolti ad ottenere una gravidanza attraverso i rapporti sessuali.
Perciò è la conseguenza di un momento decisivo per la coppia, in cui viene concordato (consensualmente!) di interrompere il metodo contraccettivo precedentemente utilizzato ed attendere che “la Natura faccia il suo corso”, come si suol dire. Oppure i partner possono decidere di utilizzare questo tempo come una fase attiva in cui si cerca di ottimizzare le probabilità di rimanere incinta attraverso diversi modi.
A questo proposito, il primo passo fondamentale per orientarci tra le possibilità è capire come funziona la fertilità di coppia per non perdere opportunità preziose.
Tipicamente è una fase caratterizzata da gioia, entusiasmo e curiosità e, data la sua elevata salienza emotiva, può caricarsi rapidamente di vissuti intensi, come la speranza mista a paura del primo test di gravidanza, ed accompagnarsi ad aspettative più o meno realistiche, ad esempio su quanto in fretta sia “normale” ottenere una gravidanza.
E’ un periodo speciale della vita di coppia molto simile ad una “luna di miele”, e che quindi richiede cura e delicatezza, in particolare a livello comunicativo. E’ importante, infatti, che i partner possano essere allineati nella loro visione di come gestire la fertilità in questo periodo.
A livello del benessere emotivo e psicologico, il modo in cui questa fase viene gestita sarà di centrale importanza anche per i momenti che seguiranno. Ad esempio, concordare il grado di interventismo desiderato è un passaggio da non trascurare per evitare incomprensioni, frustrazioni e delusioni che si possono manifestare più tardi, soprattutto se la gravidanza tarda ad arrivare.
Valutare insieme le varie opzioni, di cosa si è disposti a fare e cosa no per facilitare questo processo e anche di come queste preferenze possano modificarsi in seguito, genera invece concretezza e permette di fugare alcuni “luoghi comuni” in cui le coppie possono arenarsi.
Perché ciò che non tarda ad arrivare, purtroppo, è spesso una miriade di dubbi ed incertezze che affollano la mente di chi cerca di rimanere incinta, a volte persino da subito.
Sentirsi insicuri o avere idee incerte su cosa ci aspetta è perfettamente normale quando si attraverso un “territorio sconosciuto” – è la sfida implicita in tutte le avventure di questo mondo! Ma è anche un’esperienza che rischia di prendere il sopravvento e sovrascrivere in fretta tutte le belle emozioni che ci aspettiamo dal periodo in cui si tenta di concepire, generando al loro posto, invece, sentimenti di frustrazione, ansia, insoddisfazione e sfiducia nelle proprie capacità.
E’ facile immaginare che sperimentare tutto ciò proprio mentre stiamo per entrare in una fase di vita che richiede un notevole investimento di energie, come lo è diventare madri o padri, non fa certo favori all’autostima ed al benessere.
Sono proprio queste emozioni negative a condurre, a volte prematuramente, una quantità di coppie sane e potenzialmente fertili a rivolgersi ai percorsi di procreazione medicalmente assistita, andando incontro a costi fisici, emotivi, psicologici, o anche economici. Certamente ci sono coppie che potranno realmente beneficiare da questo tipo di trattamento, ma l’obiettivo è usufruire consapevolmente di questi servizi, evitando di ritrovarsi all’improvviso su una strada incerta per effetto del disorientamento e della delusione.
Come possiamo proteggerci? E’ possibile prevenire questa fase di scoraggiamento? Oppure l’unico modo è cercare di fare tutto il possibile affinché ua gravidanza arrivi in fretta, così da non avere neanche il tempo di preoccuparci..?
Be’, forse quest’ultima può sembrare una soluzione intrigante, ma presenta almeno un grosso problema: in alcuni casi, non è un piano realistico. Come vedremo nei prossimi paragrafi, infatti, non esiste una “ricetta segreta” per garantire che un bambino in carne ed ossa si materializzi con appena uno schiocco delle dita o la sola forza del pensiero, neanche con procedure artificiali e neanche per le coppie fertili.
Procreazione: tra illusioni e realtà
Esistono, però, molte idee preconfezionate su come rimanere incinta che possiamo aver adottato, con più o meno consapevolezza, nell’arco della nostra vita e che possono influenzarci con esiti negativi per il nostro benessere.
Una di queste vede la gravidanza come un risultato da raggiungere. Viviamo, infatti, in un mondo che che ha reso gran parte della nostra vita “clickabile” ed organizzata in base ad obiettivi gerarchici da realizzare, a volte in modo molto simile alla struttura di un videogame.
Sempre più abituati a decidere che vogliamo qualcosa ed a premere un tasto per ottenerla subito, si riducono progressivamente i tempi tra la percezione del desiderio desiderio e la sua gratificazione – e con questo, altrettanto fa la nostra pazienza.
Con questo non si vuole peccare di ingenuità, tutti traiamo piacere dall’avere soluzioni rapide a problemi quotidiani, ed è certamente un valore se questo significa maggiore libertà, efficienza ed aumento della nostra qualità di vita (purché non sia a discapito di quella di altri).
Sul tema della riproduzione, Google è rivelatore: tra le chiavi di ricerca più popolari sul tema della riproduzione, spiccano infatti richieste di utenti che vorrebbero sapere “come rimanere incinta subito” oppure quale sia il “metodo infallibile” per ottenere una gravidanza.
E’ comprensibile che si possa trattare di persone che hanno già fatto dei tentativi (sarebbe però importante capire quali) che non hanno dato l’esito sperato e che sono alla ricerca di soluzioni.
Il problema nasce quando cerchiamo di estendere una logica meccanica di infallibilità a processi biologici che semplicemente non funzionano così.
Ottenere una gravidanza non è una performance la cui qualità dipende dalla nostra preparazione. Non è un esame di scuola, per il quale è sufficiente studiare in maniera approfondita per assicurarsi un risultato di cui essere fieri.
Purtroppo. O per fortuna?
Rimanere incinta dipende da una pluralità di fattori in gioco simultaneamente. Può essere demotivante – o liberatorio – sapere che alcuni di questi fattori rientrano nel nostro controllo (come alcuni aspetti della nostra salute), ma altri, più insondabili, semplicemente no.
Per paragone, anche le tecniche di riproduzione medicalmente assistita, non potranno dare garanzie di risultato, bensì si associano a diversi gradi di probabilità di riuscita, a seconda della tecnica e della situazione di ogni coppia.
Ce lo dimostrano i numeri: le coppie che cercano una gravidanza e non riescono ad ottenerla per un tempo significativo sono circa il 15%; all’interno di questa percentuale, il 10-30% delle coppie riceveranno una diagnosi di “infertilità inspiegata”, ovvero, in cui le cause fisiche, mediche, biologiche dell’assenza di concepimento non riescono ad essere individuate. Questo si traduce nel rischio, per circa l’1-5% di tutte le coppie che cercano un figlio, di non venire mai a conoscenza di quale sia il loro particolare ostacolo alla gravidanza.
A meno che non lo riveli il tempo.
Infatti anche per le coppie sane, che andranno avanti ad ottenere una gravidanza, proprio il tempo può fare differenze importanti!
Ci sono coppie sane che impiegano anni per concepire la prima volta in modo naturale, per poi invece ottenere la gravidanza successiva immediatamente al primo tentativo. E coppie per le quali è accaduto esattamente il contrario.
E’ la nostra visione dei processi di fertilità che deve necessariamente trasformarsi ed essere più flessibile, se vogliamo almeno evitarci frustrazioni e angosce che possono essere superflue.
“Trattiamo l’infertilità come un problema da correggere, quando invece richiede una ricerca più profonda di ciò che la gravidanza comporta a livello interiore. Non possiamo avere una relazione con la nostra fertilità basata sulla paura – perché l’amore è assenza di paura” – Randine Lewis
Da un punto di vista psicologico, più in fretta ci identifichiamo come “infertili”, maggiore rischia di essere il disagio emotivo associato alla fase della ricerca di gravidanza.
In alcuni casi si tratta solo di una differenza temporale tra una gravidanza che impiega “meno” tempo ad arrivare ed una gravidanza che impiega “più” tempo ad arrivare.
Ma se consideriamo il fatto di ottenere una gravidanza come un “successo”, allora il protrarsi dell’assenza di gravidanza sarà automaticamente definita come “insuccesso”, spingendo l’identificazione psicologica di una potenzialmente transitoria con un impedimento assoluto.
Trattare la gravidanza in questi termini espone la coppia alla continua minaccia di fallimento, un’esperienza che potrebbe essere evitata e contrapposta alla necessità, invece, di continuare a nutrire fiducia nel proprio ruolo generativo.
Il concepimento non è un risultato personale, né il frutto dell’efficienza dei singoli, bensì, è un evento sinergico che “scocca” all’interno della coppia e rappresenta l’inizio della storia di una nuova persona, con il suo personalissimo corredo di temperamento, bisogni, preferenze, in una parola, con la sua soggettività.
Cosa fare, allora? E’ giusto semplicemente aspettare con le mani in mano, senza fare niente?
Non necessariamente, perché tanto quanto è rischioso lanciarsi a fare tutti i controlli medici possibili ed immaginabili, anche restare a guardare il tempo che passa non è ideale e può far sprecare opportunità.
E’ possbile, invece, prepararsi a più livelli rispetto all’arrivo di una gravidanza e del diventare genitori: tutto comincia dalla conoscenza!
Perché non cominciare allora dalla comprensione di come il processo riproduttivo funziona in natura?
Quali sono le nostre aspettative al riguardo? Quali sono le nostre credenze? Assicurarci che corrispondano ai fatti è un primo modo di confermare che ci stiamo muovendo nella direzione giusta!
La fertilità è un universo molto ampio e per chi desidera conoscerlo meglio, il percorso Ladyfertility® è a disposizione per tutto ciò che c’è da sapere per ottimizzare le probabilità di avere una gravidanza in modo naturale.
Ma nel frattempo, cominciamo con alcune definizioni essenziali.
Quali sono le differenze tra fecondazione, concepimento e gravidanza?
Facciamo un po’ di chiarezza sulle diverse fasi dell’inizio della vita! Se da un punto di vista bioetico possiamo interrogarci su quale sia il momento esatto in cui comincia effettivamente la vita, dal punto di vista scientifico (osservabile, documentabile e replicabile) è possibile individuare tre momenti distinti.
Fecondazione
Dal momento in cui l’ovaia rilascia un ovulo maturo (o più) e questo viene “aspirato” nelle tube di Falloppio, gli spermatozoi si lanciano nella sua direzione con l’unico scopo di raggiungerlo!
Soltanto uno spermatozoo, però, sarà invitato ad avanzare oltre la zona pellucida ed avrà l’onore di penetrare la membrana superficiale dell’ovulo, che come risposta immediata modificherà le sue caratteristiche chimico-fisiche per impedire l’ingresso da parte di altre cellule gametiche maschili.
Il momento in cui lo spermatozoo fa breccia e si introduce all’interno della cellula uovo è considerato il momento della fecondazione e, per convenzione, tipicamente coinciderà con la data stessa di ovulazione, in quanto può avvenire al massimo entro 24 ore da quest’ultima.
Concepimento
E’ un momento che segue rapidamente il precedente, tanto da essere raramente distinti nelle trattazioni. Possiamo, però individuarlo, come il momento in cui il DNA del partner maschile si unisce a quello della partner femminile, originando la prima cellula ricostituita con i 46 cromosomi tipici della specie umana.
E’ riconoscibile dal fatto che quando la cellula uovo viene attivata dal codice genetico dello spermatozoo, al suo interno si verifica un rilascio di ioni zinco che determina una sorta di “flash” luminoso, visibile al microscopio.
Nelle ore successive, la cellula andrà incontro a divisioni cellulari successive per potenze di due e lo sviluppo del nuovo individuo proseguirà attraverso le fasi successive (morula, blastula, embrione, feto).
Impianto (o Annidamento)
Questo momento corrisponde all’inizio effettivo della gravidanza ed avviene, eventualmente, circa 7-10 giorni dopo la fecondazione.
All’ovulo fecondato, infatti, serve il tempo necessario per essere trasferito dalle tube all’interno della cavità uterina.
L’impianto è il momento in cui l’ovulo fecondato si impianta sulla superficie endometriale, si connette alla circolazione materna per ricevere nutrimento per la sua crescita e segnala la sua presenza al corpo della madre, in modo che non si verifichi la mestruazione.
La sua presenza sarà rintracciabile poco dopo, attraverso un test di gravidanza, attraverso la ricerca delle betaHCG (ormone gravidico) nel sangue o nelle urine.
La nascita psicologica
Nel paragrafo precedente abbiamo riflettuto su dove si colloca l’inizio della vita da un punto di vista biologico; ma quando nasce, invece, un* figl* nella mente dei suoi genitori?
A tal proposito, è ben nota in Psicologia la differenza proposta da S.H. Fraiberg tra “figlio immaginario”, una rappresentazione mentale del/la bambino/a che esiste nell’immaginario del genitore, fin da epoche anche di molto precedenti l’effettiva genitorialità, ed il “figlio reale”, corrispondente al* bambin* esistente sul piano concreto, e talora molto diverso dalle aspettative e dai desideri del genitore.
E’ quest’ultimo, però, che permetterà ai genitori di realizzare un incontro autentico con la realtà di “avere un figlio” e parallelamente con quella di “essere genitore”, un processo trasformativo della propria identità che sostanzialmente durerà tutta la vita, crescendo insieme.
Entrambi i genitori possono essere portatori di un’immagine più o meno definita dei propri figli e del proprio ruolo genitoriale, che può essere molto diversa tra i due partner.
Pertanto non è solo l’incontro con il figlio vero a rivestire un ruolo importante, ma a precedere questo momento c’è la possibilità di incontrare l’immaginario del partner e creare una visione comune e condivisa, che appartenga alla coppia.
Questo è un aspetto centrale della gestione psicologica della fertilità che ancora oggi molte coppie trascurano.
Uno dei motivi per cui ciò avviene è che consiste in una modalità di difesa emotiva rispetto all’intimità e all’incontro con l’altro sul piano generativo, quando non rispetto all’incontro del piano generativo a livello personale.
Si parla poco o per niente della gravidanza che si cerca di ottenere, sul piano dichiarato, oppure si rinuncia a pensare troppo al/la bambino/a che potenziamente arriverà, ma che ancora non è stato/a concepito/a, spesso a causa della paura che ciò non si verifichi.
Di fatto, però, questo corrisponde ad un blocco psichico rispetto all’energia fertile e alla possibilità che fluisca liberamente attraverso il corpo e la mente.
Strettamente collegato a questo, c’è anche una visione pseudo–romantica della gravidanza come un evento destinato a generarsi in maniera praticamente spontanea, con la minima interferenza possibile.
Se una quota di idealismo e fantasticheria fanno bene alle faccende d’amore, perché alimentano il nostro “potere primordiale” – una forza viscerale ed istintuale, sempre meno valorizzata nel mondo attuale, ma nondimeno riconosciuta sotto varie forme (dall’Eros di Freud allo Yin/Yang e molte altre versioni ancora) – un eccesso di tale investimento, al pari della sua negazione, non sono altrettanto utili o benefici.
Ad esempio, nutrire una convinzione che rimanere incinta debba manifestarsi come per magia, può essere collegata al valore del “farcela da soli” a tutti i costi, che mal si concilia con un atto che a tutti gli effetti richiede una compartecipazione profonda, come quella sessuale.
A questo spesso si associano tentativi di ottimizzare le probabilità di gravidanza in modi che possono far sprecare alla coppia tempo biologico prezioso, “pasticciando” con strumenti non scientificamente validati oppure usati impropriamente, come accade spesso con il monitoraggio dell’ovulazione “fai-da-te”. Se vuoi invece imparare a conoscere il periodo fertile femminile, puoi trovare le risorse giuste con il percorso Ladyfertility®.
La necessità di fare senza aiuti a tutti i costi può anche corrispondere ad un messsaggio interno relativo al non “meritare” la gravidanza, come correlato del non meritare la crescita o l’accesso ad un ruolo adulto, poiché caratterizzato da maggior potere rispetto a quello infantile.
In questi casi può essere frequente il diniego delle proprie emozioni di frustrazione e la mancata condivisione con il partner rispetto ai vissuti collegati alla ricerca di gravidanza.
Può mancare del tutto la motivazione a cercare qualsiasi tipo di supporto o attenzione medica, che possono essere invece opportuni, soprattutto perché dietro un problema di fertilità può nascondersi un problema di salute in uno o entrambi i partner.
Come rimanere incinta: i 9 miti da sfatare
Da dove iniziare a prepararci per questo emozionante percorso?
La conoscenza è potere! Proprio per vivere questa fase della vita con la massima rilassatezza è utile essere ben equipaggiati di informazioni che facilitino il percorso e non risultino in un auto-sabotaggio!
Vediamo allora quali sono alcuni dei “falsi miti” su come è possibile rimanere incinta e su altri aspetti della pianificazione di una gravidanza.
1 . La fertilità è qualcosa che si può “aumentare”
Questa idea è molto diffusa ed incoraggiata da chi propone questo o quell’altro rimedio pronto per “aiutare” nella ricerca di gravidanza o nei casi di infertilità. “Se assumo questo prodotto, ho più probabilità di restare incinta?”, “Questo alimento fa bene alla fertilità?”; “Questo integratore aumenterà la fertilità del mio partner?” sono alcune delle domande più frequenti sul tema.
Il problema è che questo tipo di domande nascono da una visione della fertilità pensata come una quantità da incrementare.
Intesa così, questa domanda ha senso solo se la fertilità si misura nel numero di figli, nel risultato finale. Ma si tratta in questo caso di un risultato indiretto, che nulla ci dice del processo riproduttivo necessario per arrivarci – che è invece ciò cui vogliamo saper intervenire, proprio per poter arrivare al “risultato”!
Per di più, la fertilità è un processo riproduttivo che coinvolge due persone e l’interazione tra di esse.
La fertilità di coppia non è una quantità definibile a priori, perché non è qualcosa che esiste indipendentemente dalle sue parti, ma rimanda invece a molteplici aspetti coinvolti nel processo.
E’ il risultato interattivo di sistemi complessi, organi e strutture che lavorano secondo precisi meccanismi e ritmi. Quindi non può esistere un’unica “bacchetta magica”, valida a priori in ogni caso, in grado di influenzare materialmente le probalità di restare incinta.
Serve invece una comprensione approfondita di come la fertilità funziona, in modo da capire dove possa trovarsi eventualmente l’ostacolo al concepimento o alla gravidanza e poter quindi intervenire per risolverlo.
2 . Lo stress causa direttamente infertilità
Uno dei miti che hanno più stancato!
Chiariamo il fatto che a livello scientifico è estremamente difficile provare che un fenomeno ne causa un altro, escludendo tutti gli altri fattori in gioco; già solo così, si capisce perché questa affermazione ha dei limiti importanti.
Ma il fatto che la fertilità non sia una quantità fissa, unica, quantificabile significa che questa frase potrà essere vera solo nella misura in cui lo “stress” è effettivamente in grado di agire sulle singole parti del processo riproduttivo.
E’ in grado di farlo? In parte. Ma in modi specifici, e non danneggiando in modo generico e globale la possibilità di restare incinta!
Ad esempio, uno stress molto impattante sulla qualità di vita, potrebbe compromettere la regolarità dell’ovulazione nella donna, in casi estremi anche bloccandola. Se una donna ovula meno frequentemente del previsto, questo rende più rare le occasioni di concepimento. Se non ovula affatto, anche pur continuando a mestruare, lo rende impossibile.
Un altro modo è relativo al fatto che in persone con elevati livelli di ansia, sono frequenti alcune alterazioni psicofisiche, tra cui il battito cardiaco e la velocità e profondità della respirazione. Questo può avere un effetto sulla fase in cui l’ovulo fecondato deve spostarsi nell’utero per avviare la gravidanza, poiché la motilità interna delle tube, da cui dipende per il suo movimento, segue il ritmo del respiro.
Un altro modo ancora può essere indiretto, attraverso i modi in cui ansia o depressione possono influenzare il comportamento sessuale dei partner, ad esempio portando ad una riduzione del numero di rapporti e, dunque, minori probabilità di concepimento.
3 . Resterai incinta solo quando smetterai di pensarci
Un messaggio inopportuno, incorretto, e sostanzialmente di “biasimo della vittima”, perché suggerisce che “è colpa tua se non resti incinta, perché osi pensarci”. Assolutamente orribile!
Anche questo connesso ai temi precedenti, nel senso che continua a promuovere uno stereotipo rispetto alla fertilità intesa come capacità quasi “magica” di procreare, dipendente interamente da fattori esterni, controllabili solo con qualche “trucco”.
Qui in particolare la componente psicologica è notevole e collegata da un lato alla gravidanza come “premio” di chi esercita qualche “virtù”. Ma se l’esercizio della pazienza è molto utile per un futuro genitore, la fantasia di ricompensa per la negazione prolungata di un desiderio è invece assai problematica.
Sostiene anche una visione negativa ed irrealistica del bambino che stiamo cercando di concepire come un esserino dispettoso, che più voi lo chiamate, e più si nega volutamente a far ingresso nella vostra famiglia..!
Incoraggiare queste idee sulla fertilità purtroppo significa favorire, fin da prima del suo arrivo, una sorta di dinamica di potere o “braccio-di-ferro” tra l’adulto ed il bambino, che difficilmente depone per una futura genitorialità serena. Smettiamo di dire frasi del genere!
4 . Il segreto per restare incinta? Dipende tutto da…
…alimentazione o dieta / integratori / prodotti di turno. Questa idea è piuttosto diffusa e anch’essa rimanda alla concezione che la fertilità sia determinata a senso unico da una “bacchetta magica”, ad esempio ciò che mangiamo o un rimedio erboristico o manipolazioni corporee (come massaggi) e così via.
Esistono molte strade possibili per intervenire sulla propria salute in modo naturale ed efficace. Il problema è che non saranno essere rimedi o strategie universalmente utili per tutte le coppie, perché la fertilità è fatta di diverse “parti” in interazione tra loro ed uno specifico rimedio ha possibilità di funzionare per noi solo se è la risposta ad un problema che effettivamente abbiamo.
Ad esempio, se non abbiamo una carenza nutritiva, quell’integratore non porterà particolari benefici, ma rischierà anche di essere tossico per il nostro organismo. Se il nostro problema di fertilità non è la difficoltà ad ovulare, una stimolazione ovarica non è la risposta corretta. E così via…
Essere dei pazienti consapevoli significa indirizzare richieste corrette ai professionisti della salute ed ottenere le soluzioni adeguate al proprio caso.
Andare a tentativi, introducendo nel corpo questo o quello, senza un criterio preciso, con l’idea che “tanto, male non fa…” può essere invece detrimentale sia per la salute, che per la fertilità, di conseguenza.
Si rischia, inoltre, a livello psicologico di sviluppare vere e proprie ossessioni verso un particolare rimedio che riteniamo benefico, ed a questo si associa la fobia di interromperlo per paura di compromettere le possibilità di gravidanza.
Da notare che qualsiasi pratica può avere un valore psicologico positivo, se offre la percezione di fare qualcosa di buono per la cura di sé. Occorre però fare attenzione ad investire correttamente le proprie aspettative rispetto a ciò che può davvero giocare avere un ruolo nei meccanismi più ampi della fertilità.
5 . Il problema di fertilità è quasi sempre nel partner femminile
La fertilità è un insieme di meccanismi complessi in realtà numeri dimostrano che entrambi i partner contribuiscono in modo essenzialmente equo alle cause fisiche, diagnosticabili e dimostrabili di infertilità.
Le stime più aggiornate associano alle cause di infertilità maschile il 29,3% dei casi e le cause di infertilità à femminile il 37,1% dei casi, mentre rispettivamente il 17,6% è attribuito ad infertilità di entrambi ed il 15% è attibuito a “infertilità inspiegata” (fonte ISS).
Questa lieve differenza tra i due sessi può essere spiegata con il fatto che l’apparato riproduttivo femminile ed i meccanismi di ciclicità ovulatorio-mestruale sono relativamente più complessi ed articolati, rispetto al funzionamento riproduttivo maschile.
Conoscere come funzionano entrambi è una risorsa molto importante quando si cerca una gravidanza!
6 . Conosco la data di concepimento!
Un’espressione che si sente spesso nei film o in tv, perché valorizza la dimensione romantica della fertilità: tipicamente con questa frase si intende che siamo in grado di ricordare o risalire alla data di un rapporto sessuale specifico, al quale attribuiamo il risultato di un concepimento avvenuto.
Sapevi però che la realtà è diversa? La data del concepimento coincide con la data di ovulazione (come abbiamo visto qui) e non con la data del rapporto sessuale. Questo dipende dall’estensione della finestra fertile femminile, che va dai 5 giorni prima ai 2 giorni dopo la data di ovulazione.
La distanza massima possibile tra un rapporto sessuale ed il concepimento che eventualmente ne deriva è di 120 ore. Tecnicamente, puoi concepire un paio di giorni dopo un rapporto sessuale, mentre tu sei al lavoro e lui al supermercato! (Si ricordi di comprare le uova!)
7 . Conosco la data di ovulazione!
Anche qui sono costretta, purtroppo, a “rompere le uova nel paniere” (Invece smettere con le battute sulle uova? Mai!). E’ del tutto possibile conoscere la data di ovulazione attraverso la gestione autonoma della fertilità, ma riuscire a farlo in modo corretto dipende interamente dal metodo che utilizzi.
La data di ovulazione non può essere prevista a priori con esattezza e per conoscerla deve essere, perciò, monitorata in tempo reale in ogni ciclo.
Attualmente, però, con l’uso di app, computer, test casalinghi o conoscenze fai-da-te, è maggiore il numero di donne che crede di conoscere la sua data di ovulazione monitorando il periodo fertile, perché sono sempre più popolari vari metodi basati sulla semplicità, ma non accurati, che generano queste false promesse.
Per assicurarti come conoscere la tua data di ovulazione, è necessario un percorso di apprendimento con professionisti della salute che si occupano di questo tema!
8 . I sintomi di gravidanza cominciano subito
Considerando che la gravidanza non è fisicamente ancora avviata fino a 7-10 giorni dopo il concepimento, è facile capire perché questo non sia possibile.
La gravidanza ha inizio con l’annidamento da parte dell’ovulo fecondato all’interno dell’utero e da quel momento in poi, ha ancora bisogno di qualche tempo per far avvertire la sua presenza al corpo materno, perciò è possibile percepire cambiamenti realmente dovuti alla gravidanza solo dopo questo evento.
Tuttavia, è fondamentale anche chiarire cosa intendiamo con “sintomi di gravidanza”.
Nelle fasi immediatamente successive all’impianto e per le prime settimane di gestazione, le modifiche o sensazioni corporee che una donna potrà sperimentare sono legate soprattutto alla presenza dal progesterone.
I livelli di questo ormone sono stimolati da una gravidanza in corso, ma il progesterone è sempre presente nel corpo femminile, in ogni ciclo, nella fase successiva all’ovulazione.
Ciò significa che è possibile interpretare come segni di gravidanza alcuni cambiamenti dovuti in realtà alla nostra ciclicità (soprattutto se siamo in ascolto) ed è di fatto difficile, se non impossibile, distinguere gli uni dagli altri in una fase così precoce.
9 . Dopo l’adozione, è più facile concepire in modo naturale
Un’altra falsa credenza relativa alla necessità di “rilassarsi” o “distrarsi” rispetto alla ricerca di gravidanza e produrre in modo così indiretto, quasi magico, il risultato desiderato. Ed anche se esistono casi aneddotici in cui questo scenario sembra essersi verificato, dal punto di vista scientifico, non risulta alcun motivo valido che possa spiegarlo.
E’ semplicemente più probabile che sia collegato al trascorrere del tempo tra l’arrivo de* figl* e, in cui si saranno ripetute nuove occasioni di concepimento; oppure, nel frattempo, possono essere state risolte (consapevolmente o meno) circostanze di ostacolo alla gravidanza, relative alla salute di uno o entrambi i partner.
Vale la pena, però, riflettere su un contributo culturale di origine africana che consiglia alle donne che desiderano diventare madri di trascorrere un giorno a prendersi cura di un bambino. Questo renderebbe più probabile restare incinta successivamente. E mentre non può facilmente essere spiegata come possibilità da un modello medico (potremmo ipotizzare una sorta di stimolazione ormonale? Forse l’aumento di ossitocina? O magari un altro ormone riproduttivo non identificato?), dal punto di vista psicologico appare sicuramente interessante.
Potrebbe essere una pratica che, attraverso l’esperienza di accudimento diretto, nell’adulto attiva la sua identità genitoriale e facilita l’assunzione di questo ruolo. L’adozione potrebbe giocare, almeno in alcuni casi, un ruolo simile.
Da sottolineare, in ogni caso, che il processo di adozione rappresenta una delicata e particolare modalità di accesso alla genitorialità, con particolarità specifiche, e che nel rispetto de* figl* adottat* non è da intendersi come “alternativa” alla genitorialità biologica o ridotto a strategia per ottenerla.
Le 4 cose assolutamente da fare !
1 . Avere uno stile di vita fertile!
Possiamo trovare ormai ovunque consigli generici su come condurre uno stile di vita “sano”. Ma occorre ricordare che rischiano di essere troppo vaghi e non adeguati o utili per tutti.
Quello su cui possiamo, invece, focalizzarci è su eliminare abitudini oggettivamente inquinanti (ad esempio, il fumo) e vivere con rilassatezza il resto.
Inoltre, avere un’idea chiara del proprio stato di salute fisica, indagare sintomi cronici che magari abbiamo trascurato e rivolgersi a specialisti dei vari settori per indagini specifiche è un’ottima pratica che permette di gestire consapvolmente il nostro benessere.
E’ bene ricordare che l’ottica della riproduzione non è l’unica che deve interessarci, ma la salute intera dell’individuo è importante come prima cosa, anche perché la fertilità scaturisce da lì – uno stile di vita fertile è quello che coltiva benessere su tutti i piani di vita.
Per questo motivo è importante anche avere cura della salute mentale Allo stesso tempo, la ricerca di gravidanza è un ottimo momento di “attesa” in cui allenare la nostra capacità di prenderci cura, iniziando da noi stessi, e questo comprende anche la dimensine psicologica, in sinergia con quella biologica.
La nascita di un figlio, infatti, amplifica tutto ciò che pre-esiste al suo arrivo: non lo migliora né peggiora automaticamente, ma lo porta alla luce.
Se ci sono disagi psicologici trascurati, a livello individuale o di coppia, è fondamentale riflettere prima di procedere con il proposito di una gravidanza e cercare l’adeguato supporto al benessere di tutta la famiglia: la miglior forma di cura è la prevenzione.
2 . Amare e nutrire la vita di coppia
Attenzione, empatia e comunicazione sono ingredienti fondamentali tanto per il rapporto di coppia, quanto successivamente nella relazione tra genitore e figlio.
Allenare queste abilità già quando si è in due, ci prepara efficacemente per quando saremo in tre (o più)!
Essere capaci di condividere e compartecipare in modo autentico ed onesto il proprio mondo interiore è una risorsa preziosa durante tutto il percorso di ricerca di gravidanza: permette di verificare che i due partner siano realmente allineati rispetto ad intenzioni, motivazioni e significati personali verso la genitorialità; inoltre, questa apertura sviluppa fiducia nei confronti dell’altro, in mancanza della quale è quasi impossibile sentirsi pienamente liberi e aperti all’arrivo di una gravidanza.
Conoscere i pensieri e le emozioni del partner è una forma essenziale di intimità e crea i presupposti che facilitano e rispecchiano l’atto sessuale stesso: il momento in cui i confini interpersonali temporaneamente si annullano, per creare spazio per nuova vita.
3 . Esplorare la genitorialità
Perché non è mai troppo presto!
Alcuni semplicemente non ci pensano, invece altri si tengono volutamente a distanza da tutto ciò che riguarda il mondo dei bambini, la loro crescita e il loro accudimento prima che sia necessario. Questo atteggiamento protettivo dei propri sentimenti rispetto ad una potenziale delusione, se la gravidanza non arriva, è però qualcosa che fa perdere un tempo, che potrebbe essere prezioso, di preparazione.
Può sembrare logico attendere di restare incinta prima di fare preparativi per l’arrivo di un/a figlio/a. Ma se comprare il passeggino o arredare la cameretta possono aspettare, le trasformazioni, invece, che la genitorialità richiede sono spessopiù impegnative. Richiedono sicuramente più tempo e più attenzione di quanto a livello culturale siamo invitati a fare.
Non è un caso che molte donne o coppie si trovino spaesate quando la famiglia cresce. E se è vero che gli istinti possono fare molto, ancora di più può fare una preparazione specifica.
C’è molto da conoscere sullo sviluppo infantile oppure sul decorso di una gravidanza o sul funzionamento del parto o del post-partum! Attendere il momento del test positivo per iniziare ad informarci, o attendere il corso pre-parto, significa innescare un “conto alla rovescia” di soli 9 mesi a disposizione per occuparci di tutto!
E’ uno stress facile da evitare, se solo decidiamo di fare un uso ragionato del tempo a disposizione: può rivelarsi una strategia fondamentale per prepararsi a diventare genitore nel modo più sereno possibile!
4 . Conoscere la fertilità !
Se sei arrivata fino a qui, sai che non esiste una “bacchetta magica” per aumentare le probabilità di restare incinta, ma che la chiave di questo mistero è la conoscenza della fertilità.
Se conoscere la fertilità maschile è un processo più immediato, perché uno spermiogramma abbinato ad una spermiocoltura rivelano già lo stato del liquido seminale, conoscere la fertilità femminile richiede un monitoraggio più articolato e molto affascinante!
La buona notizia è che è possibile sostenere il concepimento naturale attraverso la conoscenza della tua ciclicità! Puoi conoscere con esattezza il periodo fertile in ogni ciclo ed inoltre sapere quando è il momento giusto per fare un test di gravidanza (evitando falsi negativi), calcolare le settimane esatte di gestazione ed evitare quindi interventi non necessari durante la gravidanza o al momento del parto.
Potrai dire con certezza al/la tuo/a bambino/a:
“Conosco il momento esatto in cui ti abbiamo concepito!
…Quello in cui abbiamo cominciato ad amarti, invece, è stato molto prima 😉 “
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